Addendum: la Botte Napoleonica, di Sergio La Sorda

(da “Botte Napoleonica, storia, geografia e idraulica” di Sergio La Sorda)

http://www.bottenapoleonica.com

 Cavo Napoleonico o Scolmatore del Reno

Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.)

CAVO: (aggettivo) vuoto, incavato, concavo; profondo, affossato; (sostantivo) cavità, parte cava; per estensione canale, fossato.

NAPOLEONICO: costruito durante il “Regno d’Italia” di epoca napoleonica (1805-1814).

Lo scopo dell’opera era di ripristinare in modo permanente l’immissione del Reno nel Po, interrottasi nei secoli precedenti a seguito delle complesse vicende alluvionali seguite alla rotta del Po di Ficarolo (1152).

La costruzione, iniziata nel 1807, fu abbandonata nel 1814 con la caduta di Napoleone.

Nel decennio 1954-1963 l’opera fu ripresa, con la più limitata funzione di “attenuatore delle piene del Reno”, ossia quella di scolmare verso il Po le punte di piena del Reno, che nella seconda metà del XVII secolo era stato inalveato verso l’Adriatico attraverso il Primaro.

I lavori, per la parte invasa, furono condotti dall’Ufficio Speciale del Genio Civile per il Reno di Bologna.

Nel 1966, l’Ufficio del Genio Civile di Ferrara, con il taglio di un tratto arginale del fiume Po, completò definitivamente lo scolmatore.

Oltre alla funzione di difesa dalle piene, l’Attenuatore (ancora oggi detto “Cavo Napoleonico”) adempie quella di primo vettore del Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.), sistema strategico d’importanza nazionale preposto all’approvvigionamento idrico delle cinque province orientali della Regione Emilia-Romagna (Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini).

Il sistema preleva, tramite pompaggio, l’acqua del fiume Po e la immette nel Cavo Napoleonico, che è percorso a ritroso fino all’abitato di Sant’Agostino. Qui, sulla sponda est del Cavo, nasce il C.E.R. propriamente detto, che con un percorso parallelo alla via Emilia attraversa tutta la pianura orientale della Regione.

NOTE PERSONALI – di Sergio La Sorda

Ho conseguito il diploma di geometra presso l’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “Tito Acerbo” a Pescara nel 1959.

A Pescara, la prima esperienza è stata presso lo Studio Tecnico privato del geometra Raffaele Breggia con il quale ho progettato due case e numerose tombe mortuarie per un marmista, oltre a collaborare nei suoi progetti di costruzione e ricostruzione in zona sismica nel Comune di Manoppello in provincia di Pescara. 

La seconda esperienza l’ho vissuta presso il Consorzio di Bonifica Vestina di Pescara collaborando con il personale tecnico.

La terza invece, l’ho vissuta con la qualifica di Rabdomante, per conto della Cassa per il Mezzogiorno, nell’Ufficio Idrografico del Genio Civile di Pescara, essendosi liberato un posto. Non cercavo l’acqua, ma misuravo mensilmente le sorgenti già captate collocate in zone di montagne accessibili dopo molta fatica. In Ufficio, tra le varie, collaboravo nella stesura degli annali e calcoli di misure di portate. I mezzi di trasporto per raggiungere i bottini, ruscelli, sorgenti e fiumi, variavano: treno, autobus, auto a noleggio, con o senza autista, oltre a scarpantibus avendo molto territorio da controllare.

Il 1° maggio 1963, vincitore di concorso con qualifica di Ufficiale Idraulico nel Ministero dei LL.PP., presi servizio all’Ufficio Speciale del Genio Civile per il Reno di Bologna.

Qui, fui mandato a ricoprire la carica di Ufficiale Idraulico dell’11° Tronco di Custodia a servizio dei torrenti: Quaderna, Fossatone e Gaiana, oltre a ricoprire ad interim anche il 13° Tronco di Custodia del torrente Sillaro. Il Capo dell’Ufficio era l’ing. Alberto Taddia, il Dirigente dell’Ufficio era l’ing. Giorgio Bernardi, mentre l’ing. Bruno Cassarini era il Capo Sezione dei lavori per la sistemazione del “Cavo Napoleonico o Scolmatore delle piene del fiume Reno”, collaborato dal geom. Elio Prestopino.

L’organico dell’Ufficio disponeva di circa cento dipendenti, tra personale esterno e personale interno. 

Pur facendo parte del personale esterno, frequentavo ugualmente l’Ufficio, per il disbrigo delle pratiche riguardanti i tronchi affidatomi, oltre che a collaborare con i colleghi più esperti, alfine di apprendere.

Con il personale, eravamo tutti in buona armonia tanto da essere il primo ad organizzare un pranzo tra i colleghi, nel proprio alloggiamento della Fiorentina in Comune di Medicina.

In Ufficio mi trovavo bene, apprezzato, rispettato… però per questione di cuore, dopo un anno, nove mesi e quindici giorni, su richiesta di trasferimento, ottenni la sede del Genio Civile di Pescara, mia città nativa. Anche questa sede è durata poco… quasi nove mesi.

Il lavoro tecnico non mi gratificava, e visto che anche la parte di cuore lasciata nel bolognese non riuscivo a spegnerla, chiesi e ottenni nuovamente il trasferimento al Genio Civile di Ferrara, poiché si era liberato da poco l’alloggio di servizio del 2° Tronco di Custodia dei fiumi Po e Panaro, ideale per mettere su famiglia, visto che la mia futura coniuge, lavorava nella stessa provincia. 

Fatalità volle che i lavori di taglio di un tratto arginale destro del fiume Po, che doveva essere aperto per completare l’opera del Cavo che il geometra Prestopino aveva iniziato, facendo parte del tronco sotto la mia assistenza e controllo, finalmente il taglio dell’argine fu eseguito il 30 agosto 1966. 

Per concludere, sia il geom. Antonio Elio Prestopino che lo scrivente geom. Sergio La Sorda sono stati entrambi diretti protagonisti di questa grandiosa opera “Cavo Napoleonico o Scolmatore del fiume Reno” voluto da Eugenio Napoleone in data 11 giugno 1807, è stata completata il 30 agosto 1966 per assolvere molteplici funzioni.

In questi giorni, (siamo alla fine di gennaio 2024) il secondo protagonista “Sergio La Sorda” dopo aver letto lo scritto sul Cavo Napoleonico, dalle sue origini al 1994, in questo blog del primo protagonista e collega “Antonio Elio Prestopino” conosciuto nel lontano 2 maggio 1963, ha creduto opportuno fornire il proprio contributo al blog stesso, per aggiornare e completare definitivamente la cronologia e la storia della grandiosa opera denominata “Scolmatore delle piene del fiume Reno o Cavo Napoleonico con l’inserimento (nella prima parte) del capitolo 17° del libro “Botte Napoleonica – Storia, geografia e idraulica” di Sergio La Sorda. 

A proposito, anche l’opera del C.E.R. in località Salvatonica di Bondeno, è nata con regolare concessione nel mio Tronco di Custodia immediatamente a monte del taglio del tratto arginale del fiume Po. I lavori non erano di mia competenza, però ero sempre in cantiere a curiosare, controllare e a dialogare sia con le varie imprese che con il personale tecnico responsabile. Ero alle prime esperienze, protagonista diretto della geografia e storia del territorio, avendo controllato anche i lavori della deviazione della foce del Panaro verso valle, e successivamente, i lavori di ristrutturazione della Botte Napoleonica.