Capitolo 5

Esecuzione dei lavori


Come già detto, con la classifica delle opere di sistemazione del Cavo Napoleonico a Scolmatore delle piene del fiume Reno fra quelle Idrauliche di 2^ categoria (16-06-1951), la progettazione esecutiva e la direzione dei lavori relativi venne affidata al Ministero dei LL.PP. e, per esso, all’Ufficio Speciale del Genio Civile per il Reno, nel frattempo costituito (Ottobre 1951).

I lavori, iniziati nella primavera del 1951, si svilupparono con ritmo regolare sino a tutto il 1963 epoca nella quale, salvo alcuni interventi complementari ancora da eseguire, poterono considerarsi conclusi.

L’entità delle opere realizzate, in via indicativa, può essere cosi riassunta:

  • movimenti di terra per oltre 7 milioni di metri cubi, con realizzazione di 35 Km circa di nuove arginature;
  • manufatti in c.a. ed impianti per le opere di presa a Reno, di scarico a Po e per la botte a sifone per il sottopasso del canale di Burana, comprendente lo scaricatore indipendente da Cavo in Burana. Tutte queste opere presentano complessivamenteuna dotazione di n° 29 luci di deflusso, servite da n° 48 paratoie (e relative panconature di presidio) a manovra elettromeccanica ed oleodinamica a comando centralizzato, per una superficie complessiva di tenuta pari a 1.900 mq circa;
  • n° 8 ponti stradali, per l’attraversamento di strade statali, provinciali e comunali;
  • n° 1 ponte ferroviario, per l’attraversamento della linea Suzzara – Ferrara;
  • n° 5 botti a sifone, per il sottopasso di canali di bonifica;
  • strade di servizio, raccordate alla viabilità locale, per una estesa complessiva di oltre 20 Km.

Completano il complesso idraulico n° 2 impianti per la derivazione di acqua dal Cavo, realizzati dal Consorzio per il C.E.R. per i propri fini irrigui oltre, naturalmente, allo stabilimento costruito (sempre a cura del Consorzio suddetto) in fregio all’argine destro di Po, per il sollevamento delle acque ed il loro convogliamento in Cavo, con successiva derivazione attraverso i due impianti suddetti e quindi ivio all’esercizio irriguo.

La spesa complessiva inizialmente prevista nel piano di massima dei 1947 (escluso quella per i manufatti di competenza dei Consorzio) ammontava a 4 miliardi e 600 milioni.

La spesa consuntiva sostenuta fino al 1963, comprensiva degli oneri per espropri ed indennità varie dovute alle proprietà private investite dalle nuove opere, può indicarsi in oltre 12 miliardi di lire. Il notevole maggior costo come sopra indicato venne determinato, oltre che dalla lievitazione dei prezzi intervenuta nel periodo, anche da maggiori dimensionamenti esecutivi, realizzati nei vari manufatti per meglio soddisfare esigenze funzionali e di esercizio degli stessi, e da integrazioni del complesso con nuove strutture e manufatti non previsti nel piano di massima, risultate necessarie nel corso delle progettazioni esecutive.

Come già detto, la sistemazione del Cavo Napoleonico a Scolmatore delle piene di Reno potè considerarsi conclusa nel 1963. E infatti, alla fine di tale anno, venne dato corso al programma elaborato per le prove di collaudo generale di tutto il complesso idraulico realizzato.

In effetti, i lavori in argomento proseguirono anche dopo tale epoca, con l’esecuzione di interventi vari di completamento ai quali, con il passare degli anni, cominciarono a sommarsi quelli manutentori e di ammodernamento dei vari manufatti ed impianti. Con il progressivo esaurimento dei primi, prese sempre maggiore consistenza e rilevanza tecnica ed economica la necessità dei secondi. Infatti risultò ben presto evidente che l’entità e varietà delle opere realizzate ed il notevole contenuto tecnologico degli impianti posti in esercizio richiedeva una costante e qualificata attenzione manutentoria.

Oltre a ciò, con l’esecuzione delle prove di collaudo generale e con l’inizio (sia pure a regimi ridotti) dell’esercizio dello Scolmatore, cominciarono ad evidenziarsi nuove necessità di integrazione delle opere eseguite, alcune delle quali di notevole impegno tecnico e rilevanza economica. In merito, basti qui accennare ai lavori di impermeabilizzazione del fondo alveo, rivelatisi necessari a causa di fenomeni di permeazione rilevati a carico del tratto terminale del Canale, per una estesa di circa 6 Km.

Senza entrare nel dettaglio, di cui si tratterà invece più avanti, occorre pertanto qui concludere che le opere in oggetto, pur risultando oggi (febbraio 1994) esercibili per le funzioni loro assegnate, non possono ancora impiegarsi al massimo delle loro capacità progettualmente fissate. Per questo fine sarà necessaria l’esecuzione di interventi integrativi e di straordinaria manutenzione, indispensabili per conseguire la piena efficienza ed affidabilità del sistema.


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