Capitolo 9

Salti di fondo


Sono ubicati lungo il primo tratto del canale scolmatore, a valle della Diga Tracimante, distribuiti su una estesa complessiva di circa 2 Km. In pratica, rappresentano la prosecuzione e completamento dell’Opera di Presa in quanto ad essi è affidata la funzione di convogliare le acque scolmate da Reno nell’alveo del Cavo Napoleonico, smorzandone la velocità e le turbolenze dopo una caduta dei livelli del fondo da quota +14.90 (platea a valle delle Diga Tracimante, corrispondente per quota alla bassa golena di Reno a monte del manufatto) a quota +5,00, fondo corrente dello Scolmatore a valle del 5° salto e fino all’Opera di scarico.

Tale complesso di opere formò, a suo tempo, oggetto di studio su modello idraulico, unitamente a quello relativo all’opera di scolmo. Sulla base delle indicazioni fornite da tale studio, sono state fissate le caratteristiche esecutive dei vari manufatti sia come numero che come dimensione ed ubicazione.

I “salti di fondo” sono costituti da n° 5 scivoli, così da realizzare una razionale gradonatura del fondo, necessaria per frazionare il notevole dislivello ( mt. 9,90) esistente fra la platea di valle della Diga Tracimante ed il fondo normale (orizzontale) del cunettone dello scolmatore.

I primi 4 salti presentano una sopraelevazione della soglia di sfioro, cosi da creare dei risalti “dissipatori di corrente” e al tempo stesso determinare, in fase di derivazione, dei bacini di smorzamento dell’onda di scolmo. Tali soglie sopraelevate sono dotate (alla base) di luci di scarico, per lo svuotamento dei bacini ad ultimazione delle operazioni di derivazione. Il 5° salto, invece è stato previsto come un semplice scivolo di fondo, ed interessa il solo cunettone di fondo del canale, restando complanari i piani golenali latistanti.

Le caratteristiche geometriche dei vari manufatti possono cosi sintetizzarsi:

Analogamente agli scivoli della Diga Tracimante, i salti di fondo presentano profilo di tracimazione Scimemi, con vasca di dissipazione al piede e risalto di uscita verso valle.

In conformità alle raccomandazione espresse a conclusione delle prove su modello, i primi 4 scivoli sono delimitati, lateralmente, da manufatti di attacco alle sponde che rappresentano veri e propri contrafforti arginali, che si elevano al di sopra delle massime quote idrometriche previste, cosi da non essere sommersi dall’acqua.

Il tratto di scolmatore interessato dalla gradonatura è stato rivestito nelle zone ove si è previsto possa essere dannosa, per la stabilità del fondo e delle scarpate, la violenta azione delle acque defluenti. Si è pertanto previsto un rivestimento totale, del fondo e delle sponde, fino al 1° salto, mentre per gli altri tratti di canale il rivestimento in c.a. stato limitato alle sponde, e ciò limitatamente alle quote corrispondenti ai massimi livelli idrometrici raggiungibili in regime permanente (portata 500 mc/sec), tenuto anche conto di un idoneo franco di sicurezza. Inoltre a monte di ciascun scivolo, è stato previsto un rivestimento totale del fondo, per un tratto di 25 – 30 metri, a presidio dell’azione erosiva dovuta agli aumenti di velocità per effetto della chiamata allo sbocco. Analogamente, a ciò si è provveduto a valle degli scivoli, per estendere la protezione del fondo nella zona interessata dal risalto idraulico che si verifica a valle di ogni scivolo.

In un secondo tempo, ad opere ultimate, si è ravvisata l’opportunità di estendere il rivestimento del fondo a tutto il tratto compreso fra il 2° ed il 3° salto, ed ai bordi perimetrali dei tratti compresi fra 1° e 2° e fra 3° e 4°, per una fascia di 15-20 metri. E ciò sia per migliorare i presidi protettivi ai fenomeni di erosione e scalzamento, sia per contenere il rigoglioso sviluppo di vegetazione infestante (costituita prevalentemente da canne palustri).

 
OSSERVAZIONI GENERALI

Il comportamento idraulico del sistema si è dimostrato, in esercizio, corrispondente alle previsioni progettuali. La dissipazione delle turbolenze e delle velocità delle acque scolmate, ai vari regimi di derivazione, è risultata razionale ed efficace con caratteristiche (residue) di deflusso, a valle del 5° salto, ottimali.

Relativamente agli aspetti manutentori, notevoli problemi vengono posti dalla sopra accennata proliferazione di vegetazione infestante all’interno dell’alveo. Il massiccio insediamento di canne palustri (presenti anche in vasti tratti di canale, a valle del 5° salto), determina il pericolo, nei periodi siccitosi, di incendi spontanei, con pregiudizio della sicurezza sia in corrispondenza dei ponti (stradali e ferroviari) presenti lungo il cavo, sia in corrispondenza degli attraversamenti di gasdotti, elettrodotti e linee telefoniche, sia a tutela della sicurezza delle proprietà private latitanti il Cavo, minacciate da propagazioni accidentali fuori alveo degli incendi.

Alle cause accidentali e spontanee sopra dette, occorre aggiungere l’azione dolosa di vandali o di pescatori (amatoriali) desiderosi di spazi più agibili per l’esercizio della loro attività.

Oltre a ciò, la presenza eccessiva e stabile di vegetazione infestante produce un habitat favorevole all’insediamento di insetti nocivi alla salute dell’uomo.

Conseguentemente agli inconvenienti (già verificatisi) ed ai pericoli temuti come sopra descritti, le Amministrazioni locali e gli Enti interessati hanno spesso sollecitato l’Ufficio per l’adozione di drastici provvedimenti risolutori.

Considerata la cronica insufficienza dei mezzi finanziari disponibili e la scarsa rilevanza del problema ai fini idraulici, sentito in merito il parere dell’Avvocatura di Stato, l’Ufficio ha potuto sinora solo parzialmente provvedere a corrispondere alle varie istanze avanzate, nell’ambito delle proprie competenze ed a tutela delle proprie responsabilità. Ma è indubbio che, per il futuro, sarà indispensabile porre in essere adeguati interventi.

Oltre a ciò, ultimamente si è posto il problema della necessità di predisporre sistemi sonori di allarme lungo il Cavo, specie in prossimità della Diga Tracimante, da attivare nell’imminenza di scarichi da Reno. Questo per allertare eventuali presenze (pescatori od altri operatori occasionali), a loro tutela.

La questione è stata esaminata, anche sollecitando in merito il parere dell’Avvocatura di Stato. Ma a tutt’oggi non è stato definito alcun provvedimento esecutivo.


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